TRASPORTO PUBBLICO LOCALE: ROMAGNA PENALIZZATA
Trasporto pubblico locale. “Il livello di offerta ferroviaria in Romagna non appare adeguato alle esigenze del bacino e non risulta compensato dai servizi su autolinea”. Si dicono penalizzate dall’attuale sistema le province romagnole e di fronte contratto della Regione con la Rete ferroviaria italiana scaduto e prorogato in attesa di un nuovo bando cercano di farsi spazio nella trattativa.
A dimostrazione del fatto che la Romagna dovrebbe essere tenuta in maggiore considerazione dalla rete dei trasporti regionali alcuni dati numerici da uno studio realizzato ad hoc. “Nelle province di Forlì-Cesena, Ravenna e Rimini risiede circa un quarto della popolazione regionale. Le presenze turistiche annue sono pari a circa 29 milioni, il 70 per cento del totale regionale”. A ciò si aggiungano i trend di crescita demografica, la densità abitativa lungo la via Emilia e l’alto uso delle stazioni ferroviarie nel bacino romagnolo. Lungo l’asse della via Emilia e la direttrice Castelbolognese-Ravenna risiedono oltre 280mila abitanti di cui solo 40mila 400, circa il 14 per cento, nel tratto Imola-Bologna.
Dati di cui sembra non tener conto il livello di offerta che “(espresso dal rapporto tra il numero di treni in partenza e arrivo nelle stazioni centrali dei comuni capoluogo e il numero di abitanti) in tutti i tre i bacini risulta inferiore rispetto alla media regionale, pari a 2,45, variando da un massimo di 2,04 a Forlì-Cesena a un minimo di 1,65 nel bacino di Ravenna”. Conseguentemente il livello di risorse assegnate al territorio romagnolo, sia per il servizio ferroviario sia per quello su gomma, in rapporto al totale di popolazione residente, addetti e turisti, risulta inferiore alla media regionale.
|